Ti succede di sentirti impreparata e inadeguata. Magari tutti pensano che tu abbia una vita da dieci perché hai imparato a fingere bene e a mostrarti contenta… per non dare troppo fastidio… per evitare di fare troppo rumore.
Ma in verità ci sei tu e solo tu con te stessa e non capisci perché ti senti incompleta.
Stai cercando qualcosa… non sai cosa…. o forse lo sai… ma continui a fingere di non saperlo… ti adatti e ti convinci che sia molto meglio così.
Non ho mai creduto di poterti salvare da questo tormento… di trovare per te una soluzione… soprattutto in quei maledetti momenti in cui tutto ti appare complicato… assurdo e tremendo… a tal punto che vorresti solo scappare e nasconderti… restare da sola… per romperti e ricostruirti nella tua solitudine… per tornare a respirare ancora.
Sono questi i momenti in cui ti accorgi che c’è troppa distanza tra la tua anima e il mondo… come se improvvisamente ti fosse vietato imboccare l’autostrada del cielo per arrivare alla luna.
Senti solo il bisogno di fermarti… di allontanarti… sempre più… da ciò che ti circonda… da tutto quello che continua a girare inutilmente intorno a te.
È così che cominci ad amare il silenzio… fino a trascinarti la tua vita a spasso… smettendo di parlare… perché è in quel silenzio che hai imparato a ritrovarti.
Lo so bene… perché è ciò che ho imparato anch’io. Siamo curiosamente simili… così fragili… sempre alla ricerca di qualcosa in più… sapendo di essere anche fastidiosamente sostituibili… facilmente intercambiabili.
Questa notte entra nel tuo sogno con occhi aperti e vivilo… guardalo negli occhi affinché le dita si vincolino con il disperato desiderio di acchiapparlo… di unirti a lui… di crederci ancora. Solo così non sarai più quella che altri hanno cercato di forgiare… di piegare… di adattare… di condannare… di giustificare secondo una loro discutibile e arbitraria convenienza. Tu non sei la risposta alle loro aspettative… sei semplicemente una donna che ha scelto di rispondere unicamente a quella parte di sé che nessuno può cancellare.
Siamo esseri talmente strani da dimenticare che non esiste un amore sereno… tranquillo…. assolutamente puro. L’amore si alimenta di sofferenza… di estasi… gioia… piacere… abbandono… erotismo… indecenza… sesso sfrenato… infinita bellezza… tristezza profonda.
Quando ti fermi portami con te nel tuo silenzio. Voglio esserci quando ti si annebbia la vista e quando tutto sembra andare storto. Magari non riuscirò a trattenerti e a mantenerti in equilibrio… ma se tu dovessi cadere voglio cadere anche io con te… so come si fa a precipitare senza paracadute.
Ho già sperimentato quanto sia doloroso lo schianto e quanto sia faticoso anche solo provare a rialzarsi. C’è bisogno di tempo… di curarsi le ferite… di studiare le mosse e di buttare dentro il più piccolo movimento tutta l’energia che hai in corpo. Sono certo che in due viene meglio… molto meglio.
Restare distesi insieme fa meno male… a due come noi potrebbe suscitare piacere lasciare aderire le spalle alla terra… annodare le menti con la stessa corda e attendere che passi la bufera.
Sarò al tuo fianco… nella notte buia fino al primo raggio di luce. Ti accarezzerò e ti darò le mani per sollevarti… lentamente. Abbiamo bisogno di sentire il peso del mondo sulle ginocchia e spalancare le braccia per alleggerire i pesi della nostra coscienza. Si prega anche così… abbandonandosi alla esortazione ed evocando le forze dell’universo per risollevarsi… camminare… per costruirsi due ali e volare.
L’energia del cosmo ci donerà nuovi aliti di vita… e tu potrai tornare al mondo… al tuo mondo. Tu amalo. Ama tutto… perché nel tutto… in quel tutto ci sono anche io.