Lascia che ti dica quanto ti adoro… lascia che te lo dica senza usare nemmeno una parola… uno sguardo… nulla.
Lascia che sia il silenzio a parlare… a sopravvivere… in questo spazio ameno in cui sono confinato.
Tra un respiro e un altro… tu ascolta il sibilo profondo… che vibra e fa rumore dentro… mentre rimbomba come una melodia struggente.
Ascolta l’eco… so che si sente… la sua voce è tenera… e il suo richiamo potente. Questo suono antico è l’unica sporgenza mia che osa avvicinarsi a te… senza arrendersi… che ti invoca come stella della notte… come rugiada del mattino… che gocciola… e bagna con bava e lacrime ogni tormento.
È così che ogni giorno nasce e muore… perché ciò che si riduce in cenere germoglia… e cresce… tra rovi e spine… cresce e si espande… graffiato dal tempo e dalla miseria che abbiamo imparato a chiamare destino. Cresce forte e inarrestabile… come sorgente nel deserto… e fiore nella roccia.
A questa adorazione e venerazione devo la salvezza del mio cuore… che batte ancora… malgrado me.
Maledetto cuore sempre intento ad accogliere e a custodire tutto… pensieri… sogni… desideri… tutto… non ne lascia andar via uno… e li pompa e li trasforma… fino a farne sangue… per godere un solo attimo di estasi… in mezzo ad anni di deserto.
E TU… come un’oasi mi accogli… e non ho più fame e non ho più sete quando sono con te.
In questo silenzio senza parole… mi abbandono… per adorare TE… per venerare TE… solo TE… mia DEA.
TU ascolta… lascia che questo suono si faccia mani e che ti accarezzi… senza paura… senza lasciare ferite… aprendo un varco alla grazia.