Il coraggio di vivere

La paura di soffrire e di morire è insita nell’uomo contemporaneo e lo possiede impietosamente.

Le grandi scoperte scientifiche e i conseguenti traguardi raggiunti sono serviti ad alleviare le sofferenze dalle malattie e ad allungare le aspettative di vita… ma nell’agenda di ogni essere umano l’appuntamento con la morte non può essere cancellato.

Il modello di vita dominante concentra tutti suoi sforzi e le sue attenzioni sulla salvaguardia del corpo fisico e sulla esteriorità dell’individuo.

Così facendo le sventure e le avversità della vita che colpiscono l’uomo nei tempi che stiamo vivendo continuano ad avere un impatto tremendo sulla sua stabilità mentale e finiscono per generare in lui eccessiva paura.

Gli effetti sono piuttosto evidenti e devastanti: l’uomo spaventato è disposto a rinunciare al libero arbitrio… alla socialità…. alle relazioni… agli affetti… alla spiritualità… pur di avere salva la sua esistenza biologica… la sua sostanza vegetale.

Oggi la paura di vivere ha indotto gran parte del genere umano a sopportare sempre meno la caducità e l’immanenza del proprio corpo: il timore dell’altro… il disagio innaturale del contatto fisico e sociale… sono sintomi evidenti di un uomo rassegnato alla solitudine… dal corpo apparentemente sano ma dall’anima profondamente malata… isolata e privata di ogni relazione con il mondo e con lo spirito.

Questa degenerazione genera esseri impotenti… pavidi anche nel pensare e con una volontà sempre più pigra e dimessa… piegati alla fatalità di un destino immutabile e fuori dal loro controllo.

Se vogliamo salvare la nostra umanità dobbiamo resistere a questo sentimento maligno e pervasivo… dobbiamo resistere e combattere con tutte le armi spirituali che abbiamo in dotazione… e sono tante… alcune delle quali ancora del tutto sconosciute.

Abbiamo urgente bisogno di tornare a coltivare l’anima e di cogliere da essa i frutti sani della vita e dei suoi doni per generare nuova forza… nuova energia… nuova speranza.

Questo dobbiamo fare… spalancare con fiducia il cuore al potente impulso divino del coraggio e lasciarci sedurre da un sorriso… da uno sguardo… da un dolce ricordo… da una carezza… lasciandoci commuovere dalle esperienze quotidiane… dai bisogni… dalle gioie e dalle tribolazioni.

Essere pacifici e sereni nel pensare… equilibrati nel sentire e gentili nel volere… capaci di conoscere il mondo circostante e di distinguere la naturale diversità di due individui… di un uomo da una donna… di accettare il loro pensiero… di ascoltare il loro sentire e di comprendere il loro volere.

E se proprio di qualcosa dobbiamo soffrire che sia allora di raptus d’amore… di improvvisi e incontenibili raptus d’amore.

Che sia questa la sola cronicità e la vera criticità del nostro vivere: farci cogliere dall’impellente bisogno di abbracciare… di baciare… di compenetrare nelle tenere pieghe dell’anima di chi ci sta vicino.

Da questi semplici e naturali gesti possiamo ricavare tutte le forze necessarie per nutrire di coraggio la nostra vita.

Questo dobbiamo fare… accogliere questa energia e vincere la paura con il coraggio… con il coraggio di vivere… il coraggio di dire a qualcuno “ti voglio bene”“ti amo”“sei prezioso per me”.

Questo è il coraggio più potente… la vera emanazione dell’amore… liberare pensieri repressi lasciandoli fluire con sentimenti nobili e gesti gentili.

Lo comprendiamo bene quando moriamo dalla voglia di abbracciare una persona e la abbracciamo… spezzando ogni forma di resistenza interna ed esterna… perché una forza travolgente ci possiede e ce lo impone… come cibo per la nostra coscienza.

Questo dobbiamo fare… amare e poi ancora amare… senza indugi… allontanando ogni ripensamento e ogni risentimento… perché una vita priva di slanci d’amore non è diversa dalla morte.

Amare per vivere con coraggio l’estasi dell’eterno divenire.

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