Deviamoci!

Io non so come finirà questa storia… per quanto tempo ancora saremo obbligati ad assumere comportamenti sempre più disumani e grotteschi. Non possiamo farci travolgere dalla idiozia… dalla paura. No! Non possiamo.

Dobbiamo aspirare a costruire un tempo di grazia… anche solo ritagliando sogni legandoli con pezzetti di desideri. Questa vita ci appartiene. Questo tempo ci appartiene. Una evasione è necessaria per sollevarsi da questo miscuglio di incertezze… da questa follia sempre più becera. Noi abbiamo le ali. Il potere della mente… così come possiede… libera.

Deviamoci! Cosa vuoi che sia?

Se intrecciamo le dita non potrò affondare alcun colpo sinistro… tanto meno basso. Ti siedi davanti a me… e ti lasci andare come se fossi io la solitudine. Ti metti comoda… e spalanchi le gambe come piace a te quando sei sola. Io ti guardo e con la fantasia comincio a tracciare il cammino per annullare il vuoto che separa i nostri corpi. Lo percorro a passo lento… inciampando sul seno… su quelle turgide sporgenze che si flettono supplichevoli al tatto… come in preghiera.

Nel contatto non c’è spazio tra pelle e pelle. L’aderenza stritola la carne… inebria la mente. I tuoi vestiti hanno un solo senso… mi ispirano a strapparli insieme a tutte quelle resistenze che la vita ci impone. Per un attimo mi fermo e mi convinco… dopo un combattimento all’ultimo pensiero… che tu abbia bisogno anche di parole… sussurrate a bassa voce… con quelle sillabe spremute con la voracità dei desideri… mescolate con sangue e miele… che hanno il potere di masturbare la mente e bagnare le mutandine… prima ancora di sfiorarti.

Sei nella mia mente e nelle mie mani… è questa la profondità…  la sacrosanta oscenità… senza sfocatura. Le mani scivolando afferrano i fianchi e il ventre si contrae. Ti bacio la fronte e mi abbasso. Vado giù… fino all’abisso… fino a cogliere il più profondo dei tuoi sospiri… tutto racchiuso in un solo attimo… intenso e tremendo… l’attimo in cui la mia bocca viene invasa dai tuoi filamenti dal sapore dolce e selvaggio.

È quello l’istante fatale in cui smetto finalmente di pensare e sento solamente. Sento forte i tuoi gemiti che mi trapassano… e ti sento fremere… traballare… tremare di sublime piacere.

E non mi sembra di morire… ma finalmente di vivere. Vivere senza tregua… senza smettere di stringerti forte… fino a farmi male… affinché anche nel dolore io possa imprimere il tuo ricordo… mentre mi sollevi… fino a perdere la ragione. 

In te vorrei morire… senza più aria… buttando dentro tutto il fiato… fino all’ultimo respiro. L’anima mia è troppo lenta qui fuori… non conosce che ferite e notti passate a incatenare desideri.

In te vorrei rinascere… nei tuoi solchi… in equilibrio tra le sfumature della mente e le pieghe della carne. Nei tuoi occhi… nel buio e nella tua luce io voglio vivere.

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