Sta scorrendo lento e inesorabile questo tempo… pieno di vuoti… di ricordi… di mancanze… di ossessioni. Pieno di attimi infiniti ed eterni… come questi minuti… che scorrono lenti come giorni di interminabile attesa.
Non è quello che vivo ma quello che provo a scombinare ogni logica. Come se all’improvviso questo mondo si fosse fatto piccolo… stretto… inutile… soffocante… un luogo da dove scappare via in fretta.
Non cerco altrove… né cerco lapidi… né pianti oscuri… non cerco nulla.
Tutto accade… e si capovolge dentro di me… in questo mare di pensieri troppo incompleti da navigare. Come se improvvisamente la rotta fosse un muro. Ci sbatti contro e ti fermi senza sapere cosa fare. Non è una tempesta… e nemmeno quel mare inquieto a sballottare mente e anima. È questo annegare lento che toglie il respiro… che mi fa desiderare altro. Un angolo… un piccolissimo angolo buio… in cui poter urlare. Ma non posso… non lo trovo… o forse nemmeno lo cerco… e finisco per soffocare in quelle stesse parole che sanno darmi vita… ma che a tratti diventano lame affilate e taglienti. E non c’è nulla che io possa fare se non ferirmi o esultare con le parole stesse… con quelle poche parole intrise di dubbi… di sudore… di speranza.
Le cerco nella notte… quando il buio mi attraversa… e restiamo io e le parole… vomitate senza senso su un foglio di carta… cercando sollievo da un destino… da un vuoto… da un dolore.
Quante volte le ho bruciate prima che bruciassero l’anima. Ma ritornano. Le parole ritornano… ci sono sempre… anche quando non le vuoi. Contorte… fuori posto… fragili… indecenti.
Le respiro. Mi drogo di emozioni e di parole… di istinti e di parole… di brividi e di parole. Le maledico quando non vengono fuori… quando si fanno piombo e non ne vogliono sapere di uscire… chiuse in quella gabbia chiamata cuore.
Le mastico facendone pensieri… quando se ne stanno in silenzio a ricordarmi che in fondo sono soltanto un sogno che non è mai invecchiato.
Le invento facendone peccati… quando le sento vibrare dentro e farsi carne… mentre l’inchiostro si mescola con lacrime e sangue… con l’anima che si frantuma in mille pezzi… e si ricompone… una volta ancora.
È un bisogno sentirle vive… danzare… scorrere libere… mentre le strappo dalle viscere prima di impazzire… prima di esplodere… prima di lasciargli l’ultimo respiro.
A te le affido… a te affido l’anima mia fatta parola… i sospiri della notte… la febbre del volere… il dolore di ogni vuoto… tra inchiostro e saliva.
Nulla appaga il mio demone più delle mie parole sulle tue labbra… mentre si infilano nella tua mente. Di questo mi nutro… mi sazio… e mi illumino.