Quando a stento mi reggo per non perdere la rotta una arcana presenza mi solleva. Una forza misteriosa si muove negli oscuri meandri della mente trascinando anche l’anima.
In questo incontro riconosco un vissuto trapassato… una forma di vita lontana che ancora mi appartiene.
Non tutto si cancella. Alcune parti risorgono… rinascono dalle ceneri del tempo… prendono forma e si fanno sostanza.
Come energie seminate nell’universo soccorrono… come onde magnetiche si avvicinano e proteggono. L’ausilio si fa spirito… si incarna per combattere lo stordimento… questo stato avanzato di deficienza che colpisce e si trasforma in timore.
Non sto buttando via il tempo… lo sto solo trasformando. Con mani nuove lo plasmo a immagine e somiglianza di questa forza interna. Schiaccio le distrazioni… e mi abbandono nelle profondità della mente che rilascia particelle di verità. Trovo spicchi di benessere… petali di storie che si incastrano.
È una spinta… uno sbocco… un avanzamento lento e graduale che riaffiora tra le pieghe della insofferenza… e che riporta al grembo.
Non importa cosa accadrà. Ciò che accade può bastare per attingere a queste stille di energia e decifrarne il linguaggio.
Il mondo si muove con i suoi algoritmi. Io mi scollo dal torpore tracciando un percorso diverso… inverso alla costrizione. Scelgo la vastità… scelgo l’aria… scelgo di essere libero.
Libero di incontrare e di entrare in relazione con l’altra parte di me… con il mio congiunto… con quell’essere che non tace e che si ostina ad emergere mettendo le ali ai pensieri.
Il gesto di ribellione più efficace oscilla in equilibrio tra la generosità e il silenzio… anche quando tutto sembra sfuggire… andare secondo piani diversi. Proprio in questi momenti voglio essere coraggioso… voglio attingere al coraggio dell’altro me che non conosco. Attendere l’attimo propizio per allargare le braccia e cogliere l’energia per rialzarmi… sapendo che esistono forse superiori che si rivelano… e che non sapevo di avere.
Sperimento il buio più che la luce… una oscurità fatta di delusione… disincanto… di stanchezza… di sconforto… di incertezze che si trasformano e si convertono in crudele verità.
Ho accusato la tristezza più che la bellezza del cammino… vivendo il distacco… il disprezzo… il dolore… più che l’amore. E appare vano il bene quando a prevalere sembra essere il male.
Da questa esperienza viene fuori la forza… quella che ha a che fare con il cuore e non con i muscoli. Una forza che aiuta a mettere un punto… un punto felice… senza andare a capo… senza rabbia… senza amarezza. È questa forza antica a farmi comprendere che l’esistenza ha più valore di qualunque avversità… e che vale la pena lasciare per strada i patimenti… le angosce… le assenze… la disperazione… le paure… lasciando che le porti via il vento… insieme alle tenebre che oscurano la luce del cammino… lasciando che riaffiori il sentire interno… quel sentimento eterno che si fa presenza e si accampa nei luoghi dell’anima.