Non so se sia una colpa… oppure un peccato… ma sappi che ho scelto te quando eri solo un’ombra… quando le sofferenze gridavano vendetta e il cuore era ancora troppo lacerato per esigere una cura.
Ho scelto te senza scartare nulla… come il dono più bello… di quelli che accetti in silenzio… anche se… nel riceverlo… non puoi fare a meno di ridere e impazzire di gioia.
Ho scelto te in mezzo a mille pensieri… a mille parole… scavalcando ostacoli e paure… insicurezze e fragilità… senza fare domande… senza cercare risposte alle mille domande.
Ho scelto te perché la mia anima lo ha preteso e non ha voluto… né saputo… fare altrimenti. Inchiodata al petto ha riconosciuto la tua e si è incastrata proprio quando la ragione mi ha dato le scarpe per rimettere i piedi a terra. È bastato un attimo… un solo attimo… per comprendere che non sarei più stato in grado di tornare indietro.
Anche quando la paura ha cercato in tutti i modi di dissuadermi… di demolirmi… il cuore faceva scintille e generava coraggio… proteso come era a macinare strada… sentieri… aspirando traguardi… pur di raggiungerti.
Ho scelto te pur sapendo che nella vita c’è sempre di mezzo il destino… che prima o poi si presenta e presenta il conto… perché quando l’universo ha già deciso cosa fare… non hai scampo… i pensieri si svuotano… i desideri ti opprimono e le parole… per quanto belle… intrise di sangue… perdono di significato.
È così che lentamente ho scoperto che lo stare soli… distanti… alle volte staccati… nasconde vuoti enormi… grandi mancanze… rinunce e divieti.
Sono estremi tentativi di elusione… talvolta efficaci a tutelare te… in qualche modo… in tutti i modi… come posso.
Poi… come adesso… accade di avere attimi di dimenticanza. Improvvisamente tutto si ricongiunge con incontenibile forza e alla morte accertata finisco per contrapporre pezzi di cuore… ancora illesi… ancora selvaggi… impregnati del tuo odore e del tuo sapore.
È così che mi succede di ridere in silenzio come un demente. Rido e gioisco quando ti respiro e vivo di te… dei tuoi ricordi… dei tuoi sguardi persi e dei tuoi sorrisi carichi di complice ironia… liberi e belli… come le spighe di grano nel mese di giugno. È così che oltrepasso il destino… i desideri… i pensieri… le parole… con amore… con fede e con coraggio… pur di non smettere di sentirti ancora.
Tu allunghi la mano e io allungo la mia. Le dita si incastrano e senza cadere tiriamo a sorte la vita… restando appesi ai nostri momenti più belli.
Siamo gettiti di vita… siamo gocce di sudore e lacrime che mescolandosi si fanno sangue… tra spruzzi di follia e sprazzi di antico piacere.
Waw, veramente stupenda!
Mi ha affascinato tanto come hai saputo descrivere l’amore
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Grazie 🙂
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