Sono tempi diversi, diversamente comprensibili.
Ci scanniamo per una presunta verità, ci azzuffiamo per mere supposizioni e per ipotesi insensate.
Noi così distratti e così afflitti, con gli occhi e il cuore in burrasca, vagabondiamo in questo tempo nel quale le relazioni si spezzano insieme al buon senso, alla prudenza e alle buone maniere.
Tutto appare traballare e traballante, sotto i piedi e tra le pieghe dell’anima.
Siamo storditi dalla ferocia inconsistenza di teorie effimere, siamo martellati come chiodi dalla conseguente maniacale e mortifera propaganda, che allontana, inquieta, divide e annienta.
Vaghiamo come cechi, sordi e muti sulla terra, su questa terra che ancora ci accoglie, ci protegge e ci parla.
Nel silenzio la si può ancora udire respirare; dai profondi abissi alle celesti altezze.
Lei come madre mostra tutti i segni del suo amore immenso, lasciando che la natura continui a prosperare, lussureggiante e rigogliosa.
Il cielo stesso si compiace, squarcia il grigiore delle ombre illuminando il crepuscolo e l’aurora, in ogni angolo, filtrando nel cuore di ogni essere vivente.
Deponiamo la vile pretesa di rendere inconsistente questo rapporto spirituale, lasciamoci possedere dalla sua forza salvifica, godiamoci e contempliamo questo prodigioso atto d’amore in devoto raccoglimento.
Con prudenza dobbiamo volgere lo sguardo al domani, quando molti veli cadranno e tutto apparirà reale e vero ai nostri occhi.
Per il vissuto che ho cucito addosso e che si è fatto pelle, ho appreso che oltrepassando l’oscurità si raggiungono destinazioni illuminate, terre fertili e feconde.
L’universo ci ha fatto dono di questo tempo incerto e tempestoso, ci ha messo a soqquadro per evadere dai mostruosi recinti edificati con dissennata efferatezza.
È una lezione e la battaglia è appena iniziata.
Se sapremo seminare e coltivare il chicco putrefatto della nostra insensatezza, il bello tornerà a sbocciare e sboccerà da noi e in noi, dalla stessa terra con la quale siamo stati impastati e creati.
Torneranno a fiorire tutte quelle anime spente e che si sono lasciate spegnere, immolate allo strisciante abominio di scelte perverse che ci accomunano, ci affliggono e ci rendono schiavi.
Anche se siamo succubi o consenzienti di questo sinistro disegno, la genitrice scintilla divina vivifica ed evoca ancora la arcana memoria, rammentandoci che siamo creature concepite con amore e per grazia d’amore meritevoli di riscatto.
Siamo artefici del nostro destino, del nostro bene e del nostro male, perché siamo frutto dell’amore divino e come tali siamo essere amati ed esaliamo amore.
Non siamo solo vedette, siamo anche nocchieri, abbiamo in mano il timone della nostra esistenza e ne deteniamo il comando.
Siamo figli del divino concepimento, uomini e donne incarnati e incastrati in questa era, in questa porzione cosmica del tempo e dello spazio, per camminare nella luce e svelare l’inganno di un mondo troppo bisognoso di respirare nuovi saperi e nuova saggezza.
Ci sono state donate virtù e talenti per creare e generare grandi opere e pensieri liberi, permeati di coscienza rivoluzionaria e di azioni purificatrici.
Siamo stati forgiati e armati di questi poteri per essere artefici del nostro destino; affilare con compassione la spada spirituale per discernere il bene dal male, alzarci in piedi, mostrare l’anima e combattere, in armonia con il destino del mondo.
Molto bello quello che ho appena letto, sembra frutto della consapevolezza dell’esistenza umana . .. peccato che una grande fetta di umanità viva ancora ignorando completamente i concetti più importanti che regolano questa vita.
Un saluto
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Dobbiamo riscoprire il nostro spirito lasciando che respiri e che torni a fare luce dentro e fuori di noi 🙂
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