In queste giornate piene di vuoti a nulla serve rivoltarmi nello strazio delle occasioni sprecate e delle azioni incompiute che continuano a fare a pezzi quelle poche parti rimaste ancora sane di me.
Se mi guardo attorno posso mantenere un equilibrio formidabile… senza far capire che in realtà potrei cedere o cadere da un momento all’altro e che per salvarmi non posso fare altro che aggrapparmi al mio assurdo e disumano modo di vivere.
Non guarirò mai fino alla fine dei miei giorni. Adoro le cose forti… faccio tutto forte… perché piano non so come si fa… né mi interessa saperlo. Preferisco essere condannato a fare in fretta… a dare tutto… ogni minuscola parte di me. Solo così trovo sollievo dal dolore che mi tormenta. E quando si sperimenta il dolore si ha solo voglia di amare… perché quel dolore vorresti che non lo provasse nessuno.
Eppure mi accorgo che col tempo ho imparato ad essere molto selettivo… ad evitare la quantità… a rispettare la diversità… ad amare sempre più la rarità.
La rarità mi attrae… è una attrazione che va oltre il corpo… oltre la mente… ed è difficile da definire… come la magia autentica di due anime che collassando generano una attrazione devastante… da cui non ci si libera nemmeno ad occhi chiusi.
È sull’orlo di questo precipizio che silenziosi pensieri indecenti continuano a farsi avanti… insistenti… tra un sospiro e l’altro. Voglie silenziose di una mente contorta che… tutte le volte che entra in contatto con te… si azzuffa con la tua sinistra follia.
Il mio demone non può nulla contro la volontà… pochissimo sull’intelligenza… ma può ancora soddisfare la fantasia. È nella mente che lui domina… è lì che pretende la sua parte. Non si rassegna e non accetta la negazione come risposta assoluta.
Per questo fai bene a non aver paura di me… perché mi hai insegnato a evitarti come peccato… affermandoti come la mia più grande e crescente tentazione.
Solo tu puoi sapere cosa mi accade… perché quello che per gli altri è un malessere… un trauma… una inguaribile patologia… per me è equilibrio… respiro… emozione… follia.
Sono fatto così male… che basta un po’ di niente con un po’ nulla… per costruire una certezza… come unica risorsa… unica bellezza… unica salvezza per questa mia specie di vita.
Alle volte mi convinco pure di riuscire a non pensarti… anche se in tutto quello che penso ti infili sempre… e ti ritrovo come la luna in mezzo al mare in queste notti d’estate.
Tu pure… fai come me. Provaci anche tu a non pensarmi… o se proprio devi… pensami raramente… perché è giusto che sia così… ma se dovessi pensarmi… ogni volta in cui lo farai… ti prego… ridi… ridi… che io lo sento… così rido anche io… e ridiamo insieme.
Il nostro vero problema è che… sia io che tu… vediamo troppi significati nascosti.
Questa è la nostra forza… ma anche la nostra maledizione… perché anche nella felicità… ci capita… di essere colti da una infinita tristezza… consapevoli di non poter mai chiudere a chiave la nostra anima… per metterla al sicuro dalle pretese della coscienza e della ragione.
Da questo conflitto interiore emerge la nostra profonda malinconia… che solo due folli come noi riescono a tollerare e trasformare in gioconda ironia.
Non vi è nulla che io possa fare per silenziare e rendere inerme questa passione… il tuo odore impregna le mie mani… e io ti cerco in questa notte… che non sa di notte… che non sa di nulla… e se chiudo gli occhi… sento le tue labbra aderenti alle mie. Ho ancora la tua saliva in bocca… non ho mangiato e non ho bevuto… ho solo finto di non pensarti… di non esistere… e ce l’ho messa tutta per perdermi in questa squallida e vigile realtà priva di senso… che mi deprime e che esalta ogni attimo vissuto con te.
Mi lego mani e piedi… per restare così teso e steso… aspettando che tu venga a cercarmi… in uno di quei momenti opportuni o inopportuni che tu dici di avere. Anche solo per pensarmi… per guardarmi e per punirmi con questo perverso piacere… che possiede ogni goccia… ogni stilla del tuo sangue… e del mio.