Alzarsi… dilatarsi… contemplare… sollevare l’oscuro velo che occlude… che soffoca e nasconde l’orizzonte.
Venire fuori… emergere dalle onde tempestose… come essere liberi… creature funeste… inquiete… magnifiche e terribili.
Aprire le braccia… spalancare l’anima… vivere e insistere… persistere… perseverare… per esistere ancora.
Le diverse età che ci portiamo dentro… qualche volta… compongono strane opere nelle quali… per una alchimia segreta… sgorga spontaneo il bisogno di vivere… di venire fuori.
Dobbiamo essere allergici ai rituali privi di pathos.
Abbiamo bisogno di risvegliare la nostra anima… con intensità e ardore… evocare le emozioni della infanzia e della adolescenza.
Allora tutto può tornare ad avere un senso… può sprigionare significati nascosti… risvegliare sopite immagini… dischiudere contenuti magici.
È un tempo di rinascita interiore… sfuggente e viva.
Gli angeli ci osservano.
È questo l’attimo fatale da coltivare come un giardino e da cogliere come il frutto dal quale sgorga l’energia vitale che ci alimenta… ci sostiene e ci trasforma… non in persone che sperano… ma in persone che creano speranza… in avventurieri del futuro che hanno il coraggio di sognare e di osare ancora.
In audaci pionieri che conquistano il potere di far armonicamente danzare una crescita costruttiva con un impegno concreto.
Uomini che si riscoprono nella umiltà… nel dolore… nella solitudine… nella tenera audacia di ri-dare ciò che gli è stato donato.
Esseri creati per vivere in pace con l’universo… in cerca del riverbero di una perduta saggezza per far convivere spiritualità… logica e conoscenza.
Anime impavide che lottano per una vita nuova e non per la sopravvivenza… una vita che emana luce nell’universo e che non riconosce nella morte lo spietato carnefice che pone fine all’esistenza.
Siamo semi che appassiscono per tornare a germogliare ancor più rigogliosi.
Oggi più che mai… cerchiamo Dio in noi… nel creato… nell’universo… in quella parte visibile del cosmo.
Siamo alla ricerca di un potere sacro e divino che ci sostenga… che ci aiuti a essere forti e coraggiosi.
Forti di intelligenza… forti di fibra… forti di temperamento.
Nell’attraversare questa disperazione stiamo imparando a distribuirci meglio… a sapere dove e a chi dare… e soprattutto a saper ricevere… a riempire i brevi momenti di quell’infuso speciale di devozione e amore che sono linfa vitale per la nostra esistenza.
Non siamo esseri inutili.
Non disperiamoci al punto da immolare il coraggio… l’amore… la fede… con l’illusione di avere in cambio salva la vita.
La pace interiore vale molto più della paura e della rassegnazione che trasforma un essere umano in un morto vivente.
In questo eterno incedere… in questa lenta e tragica attesa… nel bisogno subdolo di dimenticare… in questo volgare senso di inadeguatezza… incontriamo l’altro… la sua bellezza… le sue ferite… la sua gioia… le sue sofferenze… nell’altro ri-troviamo il coraggio perduto di osare e di vivere ancora.
Siamo diretti verso una destinazione ignota… verso un nuovo cammino… impervio… fatto di polvere… di pietre… di sassi… ma anche di fiori raccolti… qua e là… di scorci che non ti aspetti… di vedute e di bellezze che mozzano il fiato.
Sono questi i volti dello spirito.