La stagione dei miracoli

Strana questa primavera.

Mentre sparecchi i pensieri più freddi… e ti prepari al tepore… l’inverno ha i suoi rigurgiti… lenti e inesorabili.

Si allungano i tempi e si accorciano gli spazi… ridotti ad una manciata di istanti ribelli.

Il desiderio che non si appanna mentre i ricordi si pestano i piedi con il presente… come in un passo sbagliato di tango.

La mia inettitudine prende corpo nei corpi di altri… che so solo guardare con emozione e ammirazione… mentre mi ricordano ciò che vorrei essere.

Sono questi i momenti in cui cerco l’ispirazione… per ispirarmi a chi alla strada “facile” della rimozione antepone quella coraggiosa dell’attraversamento… a chi è responsabile della memoria… e in ogni nuova pagina sa contenere la traccia vibrante di ciò che è stato prima.

Senza ispirazione posso solo resistere alla morte… che attende… che soffia contro per farmi ricordare di provare dolore per le cose che non sono riuscito a dire e a fare… appeso a paure che sono caverne troppo buie da attraversare… che afferrano alla gola… ti svegliano di notte… in un’ansia senza nome… e ti consumano in silenzio… insieme all’ultima candela.

Quella luce fioca si spegne… spegne le ombre… disegna dubbi e incertezze nello spazio… travalica… per dare con le mani… nell’aria… una forma che abbia senso.

Ho visto gente piangere… gente con il terrore di affogare… cercare mani capaci di tenere su… cercare un modo per sfuggire dal senso… e dai sensi… quelli veri.

La stessa gente che sa darsi del tu… che sa dare del tu al dolore… e all’amore… senza per questo trovarci nulla di santo… e neppure di sacro… perché il sacro travalica di molto il dominio dell’esistenza… va ben oltre i solidi confini che separano il lecito dall’illecito.

Il sacro è profezia… superamento… come la parola di un amante che conosce la libertà dalla “regola”… e riesce con un sorriso a metterti un battito di ali nel petto.

Se non è santo… se non è sacro… allora sconsiderato è il dolore… sconsiderato è l’amore di chi per amare è costretto a innamorarsi di sé… e dopo aver viaggiato tra mille amori… entra nelle stanze più buie e polverose… abbraccia i suoi mostri… e si ama per intero.

Sconsiderate sono le stagioni… sconsiderato è questa primavera… troppo diversa… forse perché il cambiamento e la diversità fanno paura.

Ma se si affronta questa paura accadono miracoli.

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