L’essere insoddisfatto e insofferente mi fece capire che stavo camminando in una qualche direzione… senza una meta. Sebbene la casualità non mi portasse da nessuna parte… ero riuscito ad allontanarmi sempre più dai miei pensieri… quelli frustranti… quelli che conducono a un vicolo cieco e non lasciano scampo.
È stato un tentativo di fuga… una inconsapevole e illusoria evasione. Non ce l’ho fatta a stare nel fallimento senza riuscire a trovare una spiegazione. Improvvisamente è stato troppo pesante per me… più pesante della morte stessa.
Pensare di aver fallito per l’ennesima volta… pensare che tutto si stava lentamente consumando in un silenzio devastante… mi è apparso inaccettabile.
Mi sono ritrovato con in mano tutto il superfluo e ho compreso che non serviva a nulla. Così sono evaso… e ho evaso gli esiti di questo duello… sprecando l’occasione per regolare i conti con me stesso… una volta per tutte.
Ma non puoi evadere e restare fuori per sempre quando dentro qualcosa ti rode… ti pizzica… ti graffia e poi ti morde… per farti riassaporare il sadico gusto del dolore… quello avido e violento.
È inutile… davvero inutile. Ci circondiamo di superfluo per mascherare le fragilità interiori… per dare una risposta alle insicurezze e mettere a tacere le deviazioni che non riusciamo a curare e a mutare in talento. È inutile persino combattere la paura di non essere abbastanza. Basterebbe ammettere di non avere il coraggio per dare voce alla nudità interiore… ma preferiamo il silenzio. È un rimedio immediato… di breve degenza e non implica traumi.
Ecco perché voglio restare dentro questo silenzio… anche se mi fa impazzire. Lo pretendo! Pretendo e mi incateno al silenzio del fallimento per comprendere quale sia la vera vocazione della mia anima e a cuore tenero mi venga svelato ciò che è necessario… e cosa ci faccio in questa vita… ancor prima che si spenga.
Ci sono momenti… stati d’animo… esperienze… che sono difficili da interpretare… per questo ci sarà sempre qualcuno che non comprenderà le tue scelte… tanto meno il loro senso e il loro valore.
Ma io scelgo per proseguire… non per essere compreso. Soprattutto quando scelgo ciò che ritengo bello… sapendo che le cose belle fanno paura… perché potrebbero deludere o potrebbero piacere così tanto da non farti desiderare altro.
Per questo ritengo inutile questa smania di capire… di comprendere a tutti i costi… di voler dare una spiegazione a tutto… anche al fallimento… anche al cambiamento.
Alla fine non sono le risposte a rimanere. Le risposte sono solo una vaga interpretazione e una forzata spiegazione ad una domanda. Il dubbio resta e si fa aria… fino all’ultimo sospiro.
Quello che resta è solo un po’ di bene che hai fatto… e il tanto bene che hai ricevuto.
Solo questo. Non voglio sciupare nulla di quanto la vita ha generosamente voluto donarmi… adesso. Ho imparato che tutto serve per vivere… per combattere con passione e per continuare ardentemente ad amare.
Da quel poco di coraggio che mi ritrovo… posso ancora sperare che fiorisca nuova vita… affinché tutto si compia… e che io lo accetti… anche contro la mia volontà.